lunedì 26 novembre 2012

LE CAMPANE DI SANTA VITTORIA


"Quand’ero ragazzo mi dicevano sempre, a casa, che le campane di S. Vittoria erano le più belle dei dintorni: le più armoniose, le più sonore, le più possenti.
E anche le più pronte. Difatti l’annunzio della Vittoria Italiana nell’altra guerra lo sentimmo prima da lassù: poi un rincorrersi e un susseguirsi sonoro delle campane degli altri paesi vicini e lontani, un ondeggiare di suoni, un lietissimo rombare di colle in colle di villa in villa, come direbbe Leopardi.
Quell’impressione mi era rimasta nel cuore sempre: quando ebbi la fortuna di venire, l’estate scorsa per le Feste Centenarie, sentii da vicino rombi e suoni e canti di campane, l’impressione e il ricordo diventò certezza.
Sono le più pronte e le più possenti davvero.
È giusto che sia così. Come avrebbero potuto altrimenti i monaci annunziare la potenza della grande Abbazia a tutte le contrade circostanti? La voce delle campane è voce suadente e potente: è voce di Dio stesso e si rimescola il cuore a sentirla.
Ma non era solo la potenza di un’Abbazia, che dominava all’intorno. Era la potenza e la grandezza di una Santa, di quella che dà il suo Nome alla Città e ne è Gloria, Palladio e Difesa.
Se dovessero le campane giungere col suono ove giunge la fama e il culto di S. Vittoria, ohimé come sembrano piccole!
Io ho trovato qui nel Lazio il suo culto a Bagnoregio e altrove: vedo i Monti Sabini e so che non lungi da qui è Farfa, donde partirono i Monaci a fondare la città e a portare lassù il tesoro delle sue Reliquie.
S. Vittoria mi pare vicina: ieri sopra i monti che cingono il Lazio e l’Umbria, mi mostrarono due punte bianche di neve: erano le cime del Vettore e del Priora che sovrastano tante altre cime e si vedono da qui. Non giungerà per caso, mi son detto, anche il suono delle campane di S. Vittoria?
No, non vi giunge: ma l’amore alla Santa e il ricordo delle Feste, della grande devozione del popolo, sono sempre vivi nel mio cuore.
Ringrazio chi mi ha dato l’occasione e il piacere di parteciparvi: ringrazio anche a nome di un Parroco delle mie Diocesi, che rimase edificato nel vedere tante Comunioni, tanta compostezza in Chiesa, tanta folla.
A Dio piacendo tornerò ancora: la celeste Patrona di quelle nostre terre ci sia propizia e ci dia molte giovani cristiane davvero, pronte come Lei a vivere interamente per Gesù Cristo e morire, se è necessario, per Lui."
Orte li 5 gennaio 1952
 + Roberto Massimiliani
Vescovo di Civita C. Orte e Gallese


Fotografie gentilmente concesse dall'amico Dino Antonelli