Cron.(1301-1600)

  • 1319 d.C.     Fu eretto l’Ospedale per interessamento del nostro Vescovo Bongiovanni. Presso il Convento dei frati minori di S. Francesco. Questi erano qui presenti sin dal 1245, avendo avuto in dono dai Benedettini la Chiesa di S. Giovanni in Floriano. Questa Chiesa di S. Francesco fu consacrata dal loro vescovo di Costoria (Albania), P. Ludovico da Fermo nel 1368 e qui vissero fino ala soppressione napoleonica e poi fino al 1861. Dove tradizione vuole che vi entrasse ancora vivente San Francesco.
  • 1320 d.C.     Dopo l'elezione del pontefice Giovanni XXII (1316-34) anche egli francese, Bongiovanni Bovis appare strenuo difensore dei diritti del monastero di S.Vittoria e, mentre le Marche sono agitate da Mercenario da Monteverde alle dipendenze dei signori di Montefeltro, il nostro comune dà tutto il suo appoggio al Rettore della Marca Amelio de Lautrec. Giovanni XXII, commosso per la fedeltà mostrata da S.Vittoria nel settembre del 1320, da Avignone, scrive una mirabile lettera:
    Ai diletti figli, ai fedeli, al comune di S.Vittoria,
    Ci è nota la fermezza della vostra fedeltà inconcussa verso di noi e della vostra Madre Chiesa Romana. Abbiamo saputo infatti che altra volta, per conservare integra la vostra fedeltà, avete porto aiuto al diletto figlio nostro Amelio, proposto di Bellomonte, cappellano nostro e Rettore della Marca Anconitana, contro i ribelli a Noi e alla Chiesa e siete andati inconro di continuo ad eccidii personali, a sforzi di iniziative, a gravi spese e sofferenze. Sappiamo bene che, nell'ardore della ribellione, hanno rivolto contro di voi le armi della perfidia e dell'empietà, ma voi mai avete tentennato e non avete ceduto alla suggestione, ma avete rafforzato i vostri nella fedeltà. Il predetto rettore con motle lodi ci parla della vostra fedeltà e noi ve ne ringraziamo. È oro purissimo che non ammette ruggine. Avete ben meritato dinanzi a Noi ed alla Chiesa, e vi siete meritato un posto distinto, di favore e di grazia nel suo grembo; e Noi ve ne diamo atto volentieri, come vi è accetto e gradito. Preghiamo ed esortiamo il vostro comune che assista, con forza e coraggio, il rettore, affrontando costantemente i ribelli, e perseverando nella fedeltà con i figli di benedizione di grazia.
  • 1357 d.C.     L’Albornoz pubblica a Fano le “Costitutiones Aegidianae”. Nel rapporto sulla situazione della Marca di Ancona, questa risulta ripartita in tre Presidati: cioè in tre circoscrizioni territoriali, simili a giudicature, per l’amministrazione della giustizia ed altri affari:
    a)      Presidato di S. Lorenzo in Campo, al Nord;
    b)      Presidato di Camerino, al centro, con Ancona e Macerata;
    c)      Presidato Farfense, con sede a Santa Vittoria, che si estendeva dal Tennacola sino al Tronto, dai Monti Sibillini al mare Adriatico e comprendeva le città di Ascoli e di Fermo con tutti i castelli e le ville aggregate; i liberi comuni di Santa Vittoria, Montelparo, Montedinove, Montalto, Cossignano, Ripatransone, Monterubbiano, Montefiore, Offida, Castignano, Rotella, Force, Montemonaco, Montegallo, Arquata, Amandola, Montefortino, Monte S. Martino, Penna S. Giovanni; ivi compresi i comuni di Servigliano, Grottazzolina, Grottammare, Montefalcone, Smerillo, Monte S. Pietrangeli, Monsampietro Morico, Montottone e Campofilone tenuti ingiustamente da Fermo, e Monte Leone tenuto dal signore Antonio De Richasulis.
    Da tale documento risulta che ben 19 su 24 terrae (ossia liberi comuni) della attuale provincia di Ascoli Piceno fanno capo al Presidato farfense nonostante che questo si estenda appena su un terzo del territorio provinciale.
  • 1403 d.C.    Viene eretta la Confraternita della Misericordia, presso San Giacomo, con fini assistenziali, sul tipo delle moderne Misericordie, diffuse in Toscana.
  • 1407 d.C.    In un documento troviamo scritto: "Ante ecclesiam novam S.Augustini” (dinanzi alla Chiesa Nuova di S. Agostino…)”. Forse in quest’epoca vi saranno entrati gli agostiniani, che ne uscirono dopo che Napoleone nel 1810 sopprimeva gli ordini religiosi e proibiva vestirne l’abito. Vi rientrarono nel 1817, ma col 1861, per decreto Valerio si allontanarono definitivamente. Il loro convento divenne Palazzo Comunale e la Chiesa ufficiata dal Comune.
  • 1411 d.C.      Avviene la ricostruzione quasi totale della Chiesa di S. Caterina con i beni di Federico Bongiovanni che risulta essere stato un notaio della Curia di S. Vittoria.
  • 1415 d.C.      I fori che si osservano nel basamento del sarcofago di S.Vittoria, stanno ad attestare la fede dei nostri padri. Per volere e a spese di Donna Bonnella, dal 30 luglio 1415 nei giorni festivi si distribuiva ai fedeli un bicchiere di vino con le polveri rase in quest’Arca. Tale uso durò finché col decreto Valerio nel 1861, si soppressero gli enti morali ecclesiastici.
  • 1443 d.C.     L’unica signoria che S.Vittoria dovette sopportare fu quella di Francesco Sforza; una signoria dura, implacabile, ma molto breve. L’11 dicembre del 1443 i soldati dello Sforza entrarono a Montegiorgio “facendo immenso danno ad ulivi e ad altre piante fruttifere”, ed il 13 dicembre in S.Vittoria, “la città che non aveva mai conosciuto padroni”. La conquista di S.Vittoria fu per Francesco Sforza un successo di singolare importanza, data la sua posizione strategica, le sue fortificazioni e soprattutto il prestigio che essa godeva in tutta la Marca.
  • 1445 d.C.     Alla conquista dello Sforza seguirono 22 mesi di dominazione sotto la quale la popolazione santavittoriese patì violenze, soprusi, umiliazioni, sofferenze e lutti. Ma gli uomini tutti del comune, abituati alla più esemplare libertà, non perdevano la fiducia, e in segreto aspettavano il segnale che ordinasse loro di impugnare le armi. Ed il segnale arrivò. Nel luglio del 1445 il duca di Milano, il re di Napoli e papa Eugenio IV si allearono di nuovo contro lo Sforza. Da Ascoli il Piccinino, nel settembre, muove alla riconquista delle Marche e il 4 ottobre S.Vittoria riconquista la sua libertà. Un mese dopo fu la volta di Fermo, e i santavittoriesi corsero in aiuto di quei cittadini. Dopo due mesi di assedio Alessandro Sforza si arrese e poté fuggire verso Nord. I fermani, affinché in avvenire nessun tiranno potesse più dominarli dal Girifalco, il 20 febbraio 1446, lo distrussero, facendone sparire persino le pietre.
  • 1446 d.C.     Vengono compilati dal notaio santavittoriese, Benedetto Della Torre, gli “Statuti, Ordinamenti e Leggi della Terra di Santa Vittoria”. Composti di sei Libri e 312 Rubriche. Tali statuti di S. Vittoria sono tra i più antichi e nel confronto con quelli dei comuni vicini si evidenziano come i più democratici e quindi i più vicini al presente ordinamento. Vi si riscontra infatti: a) il voto attivo e passivo ai ventenni; b) libero esercizio di una professione a 18 anni; c) rappresentanza proporzionale e divisione in Sestieri; d) abolizione della pena di morte. (prevista in tutti gli altri Comuni).
  • 1471 d.C.    Viene affrescato l’antico Oratorio farfense di S. Vittoria. Nei documenti dell'ArCaSV troviamo scritto che  “Donna Bonetta addì 23 aprile 1471 paga Giacomo Pittore per la pittura della Cappella da ella fatta fare nella Chiesa di S. Vittoria”. Pertanto gli affreschi tutt’oggi visibili nella Chiesa della Resurrezione sono definitivamente attribuiti a Giacomo da Campli ed alla sua scuola. Nella stessa epoca e forse al suo stesso fianco viveva e operava il nostro fra Marino Angeli.
  • 1523 d.C.     Nel convento di S. Francesco in Luogo di Sasso a Montefalcone, nel 1523 fra Matteo da Bascio (Urbino) (1495-1552) istituì la riforma dei Cappuccini.
  • 1525 d.C.      Viene istituita la Confraternita del Rosario presso la Chiesa del Monastero.
  • 1526 d.C.       Viene istituita la Confraternita di Santa Croce, nella chiesa di San Francesco.
  • 1530 d.C.       Costruzione del Palazzo Melis sulla via grande.
  • 1536 d.C.       Mentre gli agostiniani rinnovano la Compagnia di Santa Monica fondando la confraternita del Perpetuo Soccorso, il 2 aprile, viene costituita la Confraternita del SS.mo Sacramento presso la Chiesa del Monastero.
  • 1544 d.C.      Viene istituito dalle confraternite della Misericordia e del Ss.mo Sacramento, il Monte Frumentario.
  • 1546 d.C.      Inizia la costruzione della chiesa “Madonna del Monte”, voluta dalla comunità e realizzata a spese del Comune.
  • 1548 d.C.     Vengono redatte “Le reformationes” allo Statuto, che, tra l’altro, riorganizzano in forma solenne l’offerta dei Palli e dei Ceri nella Festa di S.Vittoria, quando si procedeva alla nomina dei Capitani di ciascuna delle 7 corporazioni di Arti e Mestieri. Partendo dalla chiesa di San Agostino, si formava il corteo, composto dai magistrati, dai capitani e dagli iscritti a ciascuna corporazione, recanti ognuno il proprio dono. Apriva il corteo il valletto del Comune con il Pallio di seta; seguiva il Podestà affiancato dai Magnifici Priori; quindi, preceduti ognuno dal proprio cero, venivano i capitani di ciascuna arte con due assistenti e gli iscritti in fila, due per due e distanziati di tre piedi, nel seguente ordine: a) il collegio dei Letterati (Medici, Maestri, Notai e Avvocati); b) i Mercanti; c) i Fabbri; d) i Cerdones,  ecomprendenti calzolai, sarti, lanai ed altri umili mestieri; e) i Carpentieri, i Mastri Muratori, i Mastri Falegnami e i Mastri Vasai; f) i Manovali, i Contadini e i Bifolchi; g) i Mugnai, gli Osti e i Fornai.  Infine si ordinava la Confraternita di Santa Maria che portava ceri accesi e l’immagine della Madonna della “Cona”; quindi seguiva il popolo organizzato, uomini e donne. Attraverso le vie del paese si giungeva alla Chiesa in vetta la Matenano, dove il Podestà e i Capitani di ciascuna Arte facevano la loro offerta alla Santa Patrona.
  • 1567 d.C.     L’Abbazia di Farfa viene posta da Pio V alle dipendenze della Congregazione Cassinese. I monaci di S. Vittoria non aderirono alla riforma ma fecero parte del gruppo dei “Berrettanti”, chiamati così perché nell’indossare l’abito benedettino avevano sostituito il cappuccio nero con la berretta nera.
  • 1571 d.C.     La nobil donna Battista Podi Galeotti avanzò domanda al Consiglio comunale e all’Ordine Serafico per la costruzione di un Monastero per i frati cappuccinii. L’assenso arrivò celermente da parte del Vescovo di Fermo, Felice Peretti, poi papa Sisto V. La prima pietra fu posta nel 1576. Come fratello laico, portinaio e cercatore, vi trascorse alcuni anni anche San Serafino da Montegranaro.
  • 1572 d.C.      Termina la Diocesi di S.Vittoria. Gregorio XIII unì alla Diocesi di Fermo, S.Vittoria, Montelparo, Montefalcone e Montegiorgio. Questa risoluzione del Papa suscitò contrasti tra il Cardinale Protettore di Farfa e il Vescovo di Fermo, che si protrassero per più di un secolo. S.Vittoria entrerà a far parte definitivamente della Diocesi di Fermo nel 1747.
  • 1574 d.C.      Domenico Brunetti da S.Vittoria, termina la lavorazione del coro con colonnine tortili completo di Leggio della collegiata di S.Vittoria.
  • 1584 d.C.     La nobil donna Battista Podi Galeotti, che aveva già donato molti dei suoi averi per costruire la chiesa ed il Monastero dei Cappuccini, con lo stesso testamento a rogito del notaio Vagnozzo Caferri del 9 dicembre 1584 volle provvedere anche all’erezione di una chiesa all’interno del paese, nella contrada Perticaria, quasi di fronte al Palazzo del Podestà. Il testamento recitava testualmente “…Similmente ordina e comanda che i suoi eredi entro lo spazio di cinque anni dalla sua morte facciano erigere un Monastero con chiesa sotto il vocabolo di S. Maria della Pace per ricevervi le monache previe le dovute licenze.”.
  • 1600 d.C. circa      Risale agli inizi del 1600 una particolare relazione, scritta da un esperto convocato per verificare e spiegare il fatto che, dopo la predica di un frate cappuccino per la festa di S.Vittoria del 23 dicembre (l’anno non è precisato), l’Arca della Santa fu trovata trasudata e bagnata.

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