venerdì 21 giugno 2013

Estratto da "PICENUM"

Tratto da “PICENUM” del poeta e scrittore Francesco Panfilo

Al Matenano di è nome Vittoria,
Vergin Romana, che, narra l'istoria,
Quei disprezzando che si ardea d'amore,
casta l'alma a Dio serba e casto il core.
Velenoso dragone pianti e lutti
spargea spietato fra i romani tutti
nessun rimedio v'era a tanto male;
nessun fugar potea l'angue infernale.
La Verginella, disarmata e sola,
fidando sol di Dio ne la parola,
rinchise il serpe dentro una caverna
e il popol convertì a Fede superna.
Ma non risparmia morte quei ch'è buono,
a niun l'iniqua d'immortal fa dono.
Nel Ciel, tra il foco, tra l'olio bollente,
vola al bacio di Dio quell'alma ardente.
Chi per Vittoria flagravo d'affetto
tristo or le infigge la psada nel petto,
d'amor cangiato in odio stimolato,
per rendere il suo spirto in Ciel beato.
Dal Lazio al bel Picen carro trionfale
recava un giorno il corpo verginale
e al Matenan, col nome, dié Vittoria
sede regale ed immortal gloria.
Preme or Vulcano il mantice e Giunone
i dardi appresta per nova tenzone,
rimbomba il suon de' magici strumenti
ch'alzano i fabbri d'gni parte intenti
i cuprei vasi a fabbricare e intanto
dai caldi petti si sprigiona un canto...