Cron.(1601-1800)


  • 1629 d.C.      A seguito della rinuncia da parte dei monaci di S.Vittoria di aderire all’unione con Montecassino, organizzata dal Cardinale Montalto, nipote di Sisto V, le chiese dei monasteri di S.Vittoria, di Montelparo, di Force, di Montedinove e di Rotella furono trasformate in Collegiate ed i monaci divennero Canonici secolari e restarono sotto la giurisdizione del Cardinale Commendatario di Farfa fino al 1747, quando S.Vittoria passò alle dipendenze dell’Arcivescovo di Fermo. I monaci farfensi, cosiddetti “Berrettanti”, che vivevano secondo regole conventuali, non avendo aderito alle regole della Congregazione Cassinese, vennero definitivamente ridotti a vita laica.
  • 1632 d.C.      La chiesa di Santa Vittoria fu eretta in Collegiata con Bolla "Cum nos alias" del papa Urbano VIII del 01/07/1632, con i privilegi delle insigni e della prebenda teologale. Il Capitolo era costituito da un Priore ed otto canonici, tra i quali si doveva scegliere il coadiutore del Priore per la cura delle anime. Al tempo della secolarizzazione dei monaci farfensi, il corpo della chiesa monastica, costruita nel severo stile romanico, si presentava ancora nelle strutture originali del sec.X, con l’aggiunta di due prolungamenti verso ponente: la “Sepelitio de’ Morti”, realizzata nella seconda metà del sec.XIII, e trasformata nel decennio 1645-1655 in “Cappellone”, e l’Oratorio degli Innocenti, eretto in stile gotico nel 1369, ed affrescato dal monaco-pittore, Frà Marino Angeli Ciamaglie da S.Vittoria nella metà del sec. XV, della scuola di Giacomo da Campli (secondo alcune fonti, autore lui stesso di tali affreschi).
  • 1642 d.C.      Si presentò l’inderogabile necessità di invertire l’orientamento del vecchio presbiterio monastico, posto nella navata centrale della chiesa sottostante la torre baluardo ormai cadente, che era stata costruita nel secolo X dall’abate Pietro. Ciò che rimaneva della torre costituiva ormai un pericolo costante per i Canonici che quotidianamente celebravano messe sull’Altare Maggiore che si trovava esattamente sotto di essa.
  • 1703 d.C.     Nel 1703 l’Italia centrale fu colpita ripetutamente da violente scosse di terremoto; anche il monastero farfense e l’annessa chiesa di Santa Vittoria furono danneggiati con lesioni profonde. I canonici che, per tutto il seicento vi avevano fatta vita comune, cominciarono a ritirarsi presso le proprie famiglie: le disastrose conseguenze sono facilmente intuibili. Essi risalivano sul Matenano solo per soddisfare l’obbligo dell’ufficiatura corale ed altre indispensabili incombenze.
  • 1732 d.C.      Di fronte alla immagine della Madonna degli Angeli si verificano alcuni fatti portentosi, che richiamano gran concorso di popolo. Con la raccolta di cospicue offerte si provvede ad ammodernarne tutta la chiesa nello stile del tempo; sull'ingresso viene eretto il portico.
  • 1736 d.C.      Viene costruito l’organo monumentale di Sant’Agostino dall’organaro Giuseppe Attili di Ortezzano con il riutilizzo di canne cinque-seicentesche recuperate da un organo più antico presente nella chiesa. In un documento dell'Archivio storico comunale di Ripatransone (Supplicationes et memorialia 1621-23), pubblicato da Ginaluigi Spaziani, L'organo ad Ascoli Piceno dal XV al XIX secolo, Grottammare, Stamperia dell'Arancio, 2001, p.98, troviamo una sorta di listino prezzi predisposto da un organaro del tempo dal quale possiamo valutare da soli l'importanza e la maestosità del nostro organo:
    • Per un'organo come quello de S.Francesco della Ripa o pure de S.Agostino de Offida:
      Scudi duecento trenta;
    • Per un'organo come quello de S.Angelo de Ascoli dico delli Monaci bianchi:
      Scudi trecento cinquanta;
    • Per un'organo come quello de lo Duomo de Macerata o pure de S.to Agostino de Recanati:
      Scudi ottocento;
    • Per un'organo come quello de lo Duomo d'Ascoli o pure de lo Duomo de Fermo:
      Scudi mille et cento;
    • Per un'organo come quello de la S.ta Casa de Loreto;
      Scudi mille et doi cento;
    • Per un'organo come quello de S.to Agostino da S.ta Vittoria;
      Scudi mille et doi cento cinquanta;
    • Per un'organo come quello de S.Pietro de Gubbio:
      Scudi mille et ottocento;
    • Per un'organo come quello de S.Giovanni Laterano de Roma:                                                Scudi tre milia et cinque cento.
  • 1747 d.C.     Il 25 marzo, con lettera apostolica, fu soppressa da Benedetto XIV ogni giurisdizione farfense in S. Vittoria, e la Collegiata con tutta la popolazione di S.Vittoria passò sotto la giurisdizione del vescovo di Fermo. Egli provvide che l’immagine della Santa figurasse nel grande quadro nell’abside del Duomo, e dichiarò S.Vittoria Compatrona di tutta l’Archidiocesi Fermana.
  • 1758 d.C.     Sopra le mura di ponente, a riparo della piazza dalla tramontana, fu costruita una bella fila di botteghe. L’opera di protezione fu fatta intorno alla metà del ‘700, con il contributo del Governo Pontificio, al tempo del Papa Benedetto XIV, come si può leggere nella lapide posta sopra la fontana a muro, dopo le botteghe: “A Benedetto XIV Lambertini, Ponteficie Massimo, che, quando il paese di S. Vittoria era gravemente afflitto per il pericolo di imminente catastrofe e sembrava impossibile opporvi riparo, a sue spese provvide a ridargli la sicurezza e lo splendore di un tempo; in segno di eterna gratitudine, a ricordo dei lavori, il Magistrato e il Popolo di S. Vittoria posero questo monumento nell’anno 1758”.
  • 1770 d.C.      Furono deposte dalla torre le campane. Intanto si chiese consiglio all’Arcivescovo di Fermo Urbano Parracciani, che inviò sul posto periti di sua fiducia: i quali concordi dichiararono non esser conveniente riattarne il logoro edificio. Nell’inventario redatto a seguito della demolizione del monastero, viene descritta, tra le altre cose, la cella campanaria dove erano installate cinque campane: la maggiore pesava 5173 libbre, pari a 16,05 quintali, fusa dai F.lli Donati de L’Aquila nel 1740. La seconda di Kg.865, dedicata a s. Vittoria e fusa nell’ANNO JUBILEI 1675 da Egidio Marini di Ascoli. La terza di Kg. 189 fusa nel 1583 insieme alla quarta, del peso di Kg. 94; la quinta risultava fusa nel 1574 e pesava solo 200 libbre.
  • 1771 d.C.      5 giugno. – Tutti i canonici, raccolti in capitolo, decisero di non risparmiare spese e sacrifici pur di riuscire ad avere una nuova chiesa, degna erede di tanta gloria e custode del prezioso tesoro del Sacro Corpo di S. Vittoria. La chiesa monastica, costruita nel sec.X, viene demolita perché pericolante e fatiscente. Essa si sviluppava nello spazio divorato dalle frane della grande ripa, con prosecuzione verso sud. La cronaca della demolizione si trova in un breve manoscritto del’epoca, oggi custodito nell’Archivio Capitolare: …la torre però fin dalla fine del secolo scorso cominciò a minacciar rovina: fu più volte riparata ma i terremoti, i fulmini, e la qualità del terreno in cui riposava ne rese la caduta inevitabile. Prevedutosi un tal accidente, fu risoluto di demolir tutta la chiesa che in vari luoghi pericolava…” “…caduta poco appresso la torre, si demolì tutta la chiesa, e l’annesso monastero. La pietà della divota donna Maria Vittoria Perfetti fece serbare intatto il coro, il Presbiterio e parte della nave destra, e con questo formò l’oratorio della Resurrezione tuttora esistente, e che di presente serve d’oratorio alla Ven. Compagnia del Santo Rosario. Monumento è questo che può servire ai posteri di lume per riconoscere il sito, la qualità, la struttura della vecchia chiesa.”  
  • 1771 d.C.      il 15 agosto il Sarcofago di S. Vittoria fu portato in S. Maria della Valle. La torre di Ratfredo rovinò definitivamente due anni dopo. Di questo spostamento abbiamo memoria in un libro manoscritto che riporta notizie relative al Monastero ed al Capitolo, anch’esso conservato nello stesso Capitolo: “…il dì dunque del 18 luglio 1771 fu trasferita l’Arca della nostra Santa dalla detta cappella sotto la torre al mezzo della chiesa. Il dì 15 agosto 1771 con solenne pompa coon l’intervento di tutte le compagnie e di tutte le religioni di questa terra, del Clero e del popolo l’Arca della Santa fu processionalmente trasportata alla chiesa parrocchiale di Santa Maria della Valle, e pochi giorni appresso, il sacro deposito fu collocato vicino al muro IN CORNU ESPISTOLAE sotto l’altare di S. Teresa e in detta chiesa cominciarono ad officiare i Canonici, e far tutte le funzioni ecclesiastiche benché la chiesa fosse angusta ed incomoda. Finalmente condotta a perfezione la nuova chiesa il dì 28 luglio 1793 il sacro avello fu rimosso dal detto luogo e posto sopra ad un carro ben adornato…” Ancora...“il dì 15 agosto 1793 la mattina, la nuova chiesa fu benedetta dal Can. Marinelli Vicario Foraneo, come da Mons. Arcivescovo di Fermo deputato di tal funzione. Lo stesso giorno, nel dopo pranzo, radunatisi il Priore ed i Canonici con tutto il Clero secolare e regolare, compagnie, magistrato, le milizie di questa terra nella chiesa di S. Maria della Valle, con solenne processione straordinaria, seco conducendo il sacro deposito, tirato da buoi, s’incamminarono per la strada della del piano di S. Maria verso la porta S. Giovani; e quindi per la piazza entrarono con l’Urna nella chiesa delle Monache di S. Chiara, e poscia per la strada detta della Colta, entrarono nella chiesa delle Benedettine di S. Caterina. Seguirono il loro viaggio appresso alla porta di S. Ippolito e Cassiano, ed entrati finalmente nella chiesa Collegiata depositarono l’Arca della Santa in fine del presbiterio, e nel giorno del 20 settembre 1793 la collocarono nella Cappella del sotterraneo nel luogo ove si venera. Nelle sere del 14 e 15 agosto, e nella sera del 18 agosto, la comunità e vari devoti fecero fuochi d’artificio,l spari, illuminazione, e tutte le case della terra e territorio furono in dette tre sere illuminate con grande concorso anche di forestieri. Accadde ciò come sopra si è detto il 15 agosto 1793 sotto il pontificato di Pio VI essendo arcivescovo di Fermo Mons. Minnucci.”
  • 1774 d.C.      Il Priore Terribili, col suo capitolo decise di iniziare i lavori per la costruzione della nuova chiesa, su disegno dell’architetto Antonio Fazi di S. Severino. E fu l’11 settembre di quell’anno che lo stesso Priore Terribili compì la cerimonia di posa della prima pietra. Con essa vennero sepolte le Reliquie dei Santi Biagio, Vitale, Donato, Saturnino Agnese, Orsola, Ippolita, con un po’ di Terra del S. Sepolcro, del Tempio di Salomone, e dell’Arca di S. Vittoria.
  • 1783 d.C.     Dopo nove anni di fermo, si affidò la fabbrica della nuova Chiesa, all’architetto Pietro Augustoni di Como. Questi fece modificare il disegno e sotto la direzione tecnica del Sig. Domenico Fontana, in dieci anni regalò a S.Vittoria una delle più belle chiese delle Marche.
  • 1784 d.C.      Una immagine della Madonna viene posta in venerazione tra il popolo: il quadro che ancora si venera nell’attuale altare del Sacramento, detto “Madonna della Pace”. Ma la sua festa si celebra al 15 agosto, gloria dell’Assunta nella Pace Eterna del Cielo. Il popolo, riprendendo l’uso dei primi abitatori del Matenano, di offrire il proprio “censo all’altare di Maria Assunta”, incomincia, in quest’anno 1784, l’offerta delle “Canestrelle”, che tuttora continua, ogni anno, con fede e devozione.
  • 1793 d.C.      Il 15 agosto avvenne l’inaugurazione della nuova chiesa collegiata-santuario di S.Vittoria. Per l’occasione venne dato sonabile l’organo di Sebastiano Vici da Montecarotto, professore di lavoro di organi.
  • 1798 d.C.      Le Marche vengono suddivise in Dipartimenti, a loro volta suddivisi in Cantoni. S. Vittoria fu inclusa nel Dipartimento del Tronto con capoluogo Fermo, e quindi divenne Capo Cantone con alle dipendenze i comuni di Castelclementino (Servigliano), Montefalcone, , Smerillo, Montelparo, Monterinaldo, Ortezzano, Monteleone, Monsampietro Morico e Sant’Elpidio Morico.

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