martedì 23 dicembre 2014

Il 23 dicembre ricordiamo il martirio della nostra Patrona S.Vittoria v.m. romana.
Vorrei ricordarla raccontando due "segni" della devozione dei cittadini, due segni che rappresentano soprattutto una tradizione che putroppo negli anni si è affievolita fino quasi a perdersi nei ricordi di qualche anziano.
Il primo segno racconta che le mamme di S. Vittoria in Matenano, momentaneamente prive o scarseggianti del latte necessario alimento per i loro teneri infanti, dopo aver elemosinato il pane nelle case del vicinato e raccolto varie erbe nei campi, si sedevano presso la Fonte di S. Vittoria, detta anche “Fonte del Latte”, consumavano il frugale pasto e si dissetavano con quell’acqua, invocandone protezione e soccorso nel loro particolare bisogno.
Tante e tante mamme hanno affermato e testimoniato di aver, in tal modo, recuperato il dono del latte. L’origine di questa sorgente si fa risalire all'anno 934 al tempo cioè, della traslazione del Corpo di S. Vittoria dalla Sabina al Matenano.  Purtroppo le condizioni attuali della Fonte sono disperate, lo stato di totale abbandono del sito sta mettendo in serio pericolo di disfaciemnto l'intera struttura.



Il secondo segno è visibile a chi sosta presso il sarcofago, sito nella cripta del Santuario di S. Vittoria in Matenano.  Il sarcofago contenente alcuni resti del Corpo della Santa Martire, infatti, riporta nel basamento una gran quantità di perforazioni coniche, irregolarmente scavate nella pietra. Sono state prodotte con temperini per prelevarne polveri, da usare, come segno benefico, nel chiedere la guarigione da alcune malattie. Nel 1475, per testamento della signora Donnetta Vanni, si costituì un legato affinché nelle due feste di S. Vittoria (23 dicembre e 20 giugno) si dispensasse ai devoti un bicchier di vino benedetto con l’infusione delle polveri, rase dall’Arca della Santa. Tale tradizione è andata avanti fino agli inizi del secolo scorso.