giovedì 8 ottobre 2015

IL VOTO A S.VITTORIA

Nel periodo più intenso e drammatico della seconda guerra mondiale, nella primavera del 1944, i capifamiglia di S.Vittoria in Matenano fecero ricorso alla loro Santa Patrona con un solenne voto pubblico, chiedendo di essere scampati dal flagello della guerra. L'iniziativa fu presa con consenso dell'Ordinario diocesano; il voto fu concretizzato in queste promesse: "Se il paese di Santa Vittoria in Matenano sarà risparmiato dalla devastazione della guerra e non sarà invaso, i cittadini non inferiori ai 15 anni si obbligano a ricordare la singolare grazia con l'istituzione di una festa votiva, preceduta da un triduo e di santificare tale festa col digiuno alla vigilia e con la S. Comunione nel giorno della festa nativa."
La scheda per l'adesione al voto si componeva di due parti: un'appropriata preghiera da recitare in famiglia, e un foglio da staccare, sottoscrivere e depositare sull'altare della Santa. La manifestazione conclusiva si svolse in un'atmosfera di vera e sincera pietà, e di grande commozione il 26 marzo 1944.
Scrisse il Priore Filomeni nel suo diario parrocchiale:
"18 giugno 1944, domenica: il pericolo della guerra si fa minaccioso ed imminente. (i tedeschi avevano fissato sul Colle Matenano il Comando di Tappa, nella fase della ritirata strategica) Per il pomeriggio si convocò la popolazione per un'Ora di Adorazione nella cripta di S. Vittoria. Fu veramente un'ora di pianto e di commozione..."
"20 giugno: proprio oggi, Festa della Traslazione delle Reliquie di S. Vittoria nel nostro paese, i tedeschi decidono di lasciare il nostro territorio... Siamo Liberi!... Contro i piani già stabiliti, faranno la loro resistenza non più sul Tenna, ma sul Chienti..."
Fu suonato il Campanone a festa; nel tardo pomeriggio fu organizzata una solenne e commossa processione. Nello stesso giorno fu liberato quasi tutto il territorio della Diocesi di Fermo. Non invano S. Vittoria, fin dal 1747, era stata annoverata tra i santi compatroni della Archidiocesi Fermana; né tantomeno invano fu il voto dei Vittoriesi, per i quali non fu nemmeno chiesta la istituzione di una nuova festa; per mantenere il voto bastava dare maggiore solennità alla festa già esistente.
(tratto da Supplemento al CULTO DI S.VITTORIA, Giuseppe Crocetti, 1998)

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