giovedì 8 ottobre 2015

PROTEZIONE DI S. VITTORIA (prima parte)

Patrocinio nelle malattie
Il culto dei santi ha avuto larga diffusione tra il popolo cristiano, lungo il corso dei secoli; fu sostenuto anche dal rapporto di particolare protezione che venne attribuito ai singoli, fino ad assumere il rango di "specialisti" in alcune necessità, malattie, professioni, ecc. (S.Lucia protegge la vista, S. Biagio la gola, S. GIuseppe gli artigiani, ecc.).
Gli abitanti dell'antica Trebula Mutuesca ricorrevano al patrocinio di S.Vittoria per riacquistare la sanità del corpo, bevevano l'acqua del pozzo scavato nei pressi della sua catacomba, che nel sec. XII fu incluso nella chiesa a lei consacrata dal vescovo di Rieti, Dodo. Con pari fede e devozione gli abitanti di Monteleone Sabino oggi bevono quell'"acqua di S.Vittoria".
La popolazione di Pisoniano (RM), per antichissima usanza, fa ricorso ai benefici dell'acqua di S.Vittoria, che sgorga ai piedi dell'altare della chiesa di campagna, costruita sul luogo del primo esilio della Santa.
Le mamme di S. Vittoria in Matenano e del Piceno, (ne abbiamo già parlato in un post precedente) momentaneamente prive o scarseggianti del latte, necessario alimento per i loro teneri infanti, dopo aver elemosinato il pane nelle case vicine e raccolte varie erbe nel prato circostante, si siedono presso la Fonte di S. Vittoria, della anche "Fonte del latte", consumano il frugale pasto, dissetandosi a quella Fonte, mentre invocano protezione e soccorso nel loro particolare bisogno.
Dalla tradizione locale l'origine di questa sorgente si fa risalire al tempo della traslazione delle insigni Reliquie di S. Vittoria dalla Sabina al Matenano: cioè al 20 giugno 934.
Chi sosta presso il sarcofago della Santa Martire, sito nella cripta del Santuario in Santa Vittoria in Matenano, (anche di questo abbiamo già scritto) nota una grande quantità di perforazioni coniche, irregolari, scavate nella pietra di travertino. Sono state prodotte con temperini per prelevarne polveri da usare, come segno benefico, nel chiedere la guarigione da alcune malattie. Nel 1475, con suo testamento la signora Donnetta Vanni, fece costituire un legato, affinché nelle due feste di S. Vittoria (23 dicembre e 20 giugno) si dispensasse ai devoti un bicchiere di vino benedetto con l'infusione delle polveri rase dal sarcofago.

Liberatrice nelle pubbliche calamità
Il patrocinio di S. Vittoria viene ora celebrato da molte popolazioni, che la ricordano come "liberatrice" da pubbliche calamità: dalla peste e dal colera, dal terremoto, dalla siccità, dal fulmine e da funesti eventi bellici.
Alcune feste votive, fuori del 23 dicembre, hanno avuto origine proprio in seguito ad alcuni fatti portentosi, che si ricollegano alla sua celeste protezione.
L'anno 1703 resterà famoso nella storia dell'Italia centrale per il ripetersi di funesti terremoti. A Bagnoregio (VT) un dipinto ad olio su tela fu eseguito a ricordo di quel terremoto: vi si rappresenta la città protetta da S. Emidio e da S. Vittoria.
Nel "Libro di cronache" del Santuario di Santa Vittoria in Matenano, si legge di un avvenimento accaduto il 2 febbraio 1703: "Nel sotterraneo dove riposa il Corpo di S. Vittoria si celebrava una Messa solenne con l'assistenza del Capitolo e del Magistrato e con gran copia di popolo per la festa della Candelora. Allo scoppio del terremoto si aprirono a vista di tutti le volte della Santa Cappella, e scesero giù le corde delle campane, e si osservò benissimo il sole che vi penetrò con i suoi raggi; ma, mercé la invocata protezione di S. Vittoria, non si soffrì alcun danno, nemmeno in altro sito del paese".  Le cronache del tempo riferiscono che in quella stessa ora a L'Aquila, in Abruzzo, il terremoto fece più di ottocento vittime.
Il suddetto "Libro di Cronache" riferisce che "Il popolo di Montottone venne quindi processionalmente a ringraziare S. Vittoria, che lo preservò dal flagello con l'invocazione del suo santo nome, e le portò in dono votivo cere bianche, lavorate".
Nella parrocchia di S. Vittoria di Gualtieri (RE), ogni anno al 27 aprile, si celebra la festa votiva di S. Vittoria con grande concorso di popolo. Fu istituita nel 1893 a ringraziamento di una pioggia salutare, dopo un lungo periodo di siccità. Localmente S. Vittoria è detta  "La Santa dell'acqua", perché il 27 aprile piove tutti gli anni, tanto che in prossimità di quel giorno non irrigano il terreno, perché l'esperienza ha dimostrato che tale ricorrenza è caratterizzata dalla pioggia, più o meno abbondante.
Nella penisola salentina esiste un comune, detto Spongano. (...) Dai tempi assai remoti per loro Patrona fu eletta S. Vittoria V. e M.; è probabile che la scelta fosse determinata dal fatto che in molti luoghi la nostra Santa è venerata per i suoi prodigi, legati all'uso dell'acqua. Però, localmente, la solennissima festa votiva dell'8 agosto ha avuto origine in seguito a singolare protezione goduta dalla popolazione raccolta in chiesa e restata incolume allo scoppio di un fulmine che si abbatté sulla torre, e la saetta guizzò da un capo all'altro della chiesa, passando sopra le teste dei fedeli, scaraventandovi nel mezzo, illesa, la statua dorata, e scolpita in legno di S. Vittoria.
La parrocchia di S. Vittoria di Libiola, comune di Sestri Levante (GE), celebra la festa votiva al 14 settembre con processione notturna per ricordare la liberazione da una pestilenza.(...)
A S.Vittoria d'Alba (CN), nel 1915, agli inizi della prima guerra mondiale, la popolazione pose le sorti dei propri figli in guerra sotto la protezione di S. Vittoria, costruendo una cappella votiva alla periferia del centro abitato, divenuta meta per incontri di preghiera.
   
 

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